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venerdì 22 maggio 2015
Era il 23 maggio...
Era il 23 maggio...
Era il 23 maggio...passeggiavo per le strade di Palermo. Ad un certo punto il cielo diventò scuro. Stranamente cupo...quasi buio. Poi un silenzio...uno strano silenzio. I bambini smisero di schiamazzare, le macchine si fermarono. Palermo per un attimo si fermò. Solo per un attimo...poi sirene e frastuono. Non sentii lo scoppio. Ma fu come se l'avessi sentito, tutti lo abbiamo sentito e ancora oggi lo sentiamo dentro. Un rumore sordo, agghiacciante, quasi soprannaturale che non scomparirà mai, che ha segnato la nostra generazione per sempre.
Il nostro compito sarà quello di tramandare questo "rumore" alle nuove generazioni perché nessuno potrà mai sbiadire il ricordo di alcuni uomini che hanno dato la loro vita per eliminare il "male oscuro", la fabbrica dell'illegalità e la cultura del malaffare.
Un giorno un giornalista mi chiese: "perché i suoi film brevi sulla Sicilia sono in bianco e nero." Io risposi "perché il bianco rappresenta la luce, quella della brava gente siciliana, del paesaggio, dei colori e dei profumi e il nero...è ovvio!" Ognuno con un piccolo contributo può far si che nessuno dimentichi, un piccolo gesto, un quadro, un post, un film, un tweet, uno spettacolo, una discussione al bar, al supermercato o dal parrucchiere. Tanti anni fa un politico mi disse: "se fai un film sulla Sicilia, a colori e che non parla di mafia...te lo faccio produrre". Ci pensai molto, io per natura non amo fare le cose "a comando" e poi era troppo forte il bisogno di raccontare "il male oscuro" che alberga ancora nella nostra terra e non solo. Non mi sembrava corretto raccontare il mio paese come se tutto fosse finito, dove la Mafia, l'usura, i soldi riciclati, l'arroganza di certa gente e di una certa politica fossero solo un lontano ricordo! Non accettai mai quel compromesso, non me la sentii di raccontare solo il colore della mia terra...non mi sembrò giusto! Allora scrissi e realizzai con Emanuela Mulè (protagonista femminile) un film breve contro l'usura dal titolo "L'avvoltoio". Un film ancora una volta in bianco e nero! Non diventai ricco, non presi mai tutti quei soldi, ma tante soddisfazioni: il certificato di merito al Chicago international film festival, il XII premio Rocco Chinnici.
Spero un giorno di fare un film tutto a colori...vorrà dire che abbiamo sconfitto "il nero"!
Giuseppe Moschella
Era il 23 maggio...passeggiavo per le strade di Palermo. Ad un certo punto il cielo diventò scuro. Stranamente cupo...quasi buio. Poi un silenzio...uno strano silenzio. I bambini smisero di schiamazzare, le macchine si fermarono. Palermo per un attimo si fermò. Solo per un attimo...poi sirene e frastuono. Non sentii lo scoppio. Ma fu come se l'avessi sentito, tutti lo abbiamo sentito e ancora oggi lo sentiamo dentro. Un rumore sordo, agghiacciante, quasi soprannaturale che non scomparirà mai, che ha segnato la nostra generazione per sempre.
Il nostro compito sarà quello di tramandare questo "rumore" alle nuove generazioni perché nessuno potrà mai sbiadire il ricordo di alcuni uomini che hanno dato la loro vita per eliminare il "male oscuro", la fabbrica dell'illegalità e la cultura del malaffare.
Un giorno un giornalista mi chiese: "perché i suoi film brevi sulla Sicilia sono in bianco e nero." Io risposi "perché il bianco rappresenta la luce, quella della brava gente siciliana, del paesaggio, dei colori e dei profumi e il nero...è ovvio!" Ognuno con un piccolo contributo può far si che nessuno dimentichi, un piccolo gesto, un quadro, un post, un film, un tweet, uno spettacolo, una discussione al bar, al supermercato o dal parrucchiere. Tanti anni fa un politico mi disse: "se fai un film sulla Sicilia, a colori e che non parla di mafia...te lo faccio produrre". Ci pensai molto, io per natura non amo fare le cose "a comando" e poi era troppo forte il bisogno di raccontare "il male oscuro" che alberga ancora nella nostra terra e non solo. Non mi sembrava corretto raccontare il mio paese come se tutto fosse finito, dove la Mafia, l'usura, i soldi riciclati, l'arroganza di certa gente e di una certa politica fossero solo un lontano ricordo! Non accettai mai quel compromesso, non me la sentii di raccontare solo il colore della mia terra...non mi sembrò giusto! Allora scrissi e realizzai con Emanuela Mulè (protagonista femminile) un film breve contro l'usura dal titolo "L'avvoltoio". Un film ancora una volta in bianco e nero! Non diventai ricco, non presi mai tutti quei soldi, ma tante soddisfazioni: il certificato di merito al Chicago international film festival, il XII premio Rocco Chinnici.
Spero un giorno di fare un film tutto a colori...vorrà dire che abbiamo sconfitto "il nero"!
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